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Il treno dell’Etna

La Ferrovia Circumetnea, rappresenta oggi, l’unica realtà ferroviaria a scartamento ridotto in esercizio in tutta la Sicilia, essendo state, nel tempo, chiuse o abbandonate tutte le altre ferrovie similari. Quando, verso il 1880, si andava delineando l’ossatura della rete ferroviaria siciliana, in molti centri nacquero istanze per il collegamento su rotaia col resto dell’isola. Così avvenne anche nei paesi intorno al vulcano: all’epoca essi avevano già raggiunto un notevole sviluppo, dovuto alle favorevoli condizioni ambientali, ed ebbero quindi buon gioco nelle loro richieste. Con regio decreto del 31 dicembre 1883 fu costituito un Consorzio per la costruzione e l’esercizio della ferrovia Circumetnea.

Chi vuole utilizzare la Ferrovia Circumetnea partendo da Catania, deve recarsi nella storica via Caronda, ove ha sede la stazione principale della Ferrovia Circumetnea denominata “Catania Borgo”. All’ingresso della stazione di Catania-Borgo si nota la vecchia locomotiva a vapore n.14 (in dialetto soprannominata “Meusa”), che è la stessa che accompagnò Edmondo De Amicis nel suo viaggio all’inizio del secolo. Dirigendosi verso la periferia di Catania, la linea ferrata taglia trasversalmente il centro urbano sino ad incontrare la prima evidente traccia della presenza dell’Etna: la colata del 1669, quella che raggiunse e distrusse Catania.

Il tracciato assume adesso caratteristiche uniche e, tra le case della periferia il binario è fiancheggiato da nere rocce laviche, che non lo abbandoneranno mai fino all’arrivo. Superato Misterbianco si apre un grandioso panorama verso la montagna con una vegetazione che varia continuamente E’ una campagna fittamente coltivata: gli agrumeti lasciano il posto agli ulivi, a qualche raro vigneto, ai fichidindia coltivati in maniera intensiva. Sfilano uno dopo l’altro i popolosi centri abitati che cingono il vulcano su questo versante: Paternò, S. Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano.